Seconda prova in studio per i tedeschi Stigma, formazione dedita ad un hard rock sanguigno e verace che richiama senza troppi orpelli stilistici i dettami della tradizione: l’impostazione del gruppo è squisitamente diretta e votata al recupero di quel genere di spontaneità che ha contraddistinto il genere nel periodo d’oro degli anni ‘80. La stessa produzione, ruvida ed essenziale, è volutamente di basso profilo e in grado di enfatizzare al meglio la filosofia stilistica che il quartetto intende esternare; i pezzi più significativi tra quelli presentati, in tal senso, sono „Obsession“ e „Fire“, che nella loro immediatezza arrivano a trasmettere senza filtri di sorta il percepito artistico del gruppo. Un diverso lato della visione targata Stigma è rappresentato invece da „Fallen Angel“, una coinvolgente e intensa ballad dalle suggestioni orientaleggianti di „Arabian Nights“ e infine da „Spanish Pride“, il pezzo più articolato tra quelli che compongono l’opera. Alla band non manca la voglia di sperimentare e confrontarsi con scenari molto variegati, rimettendosi costantemente in discussione: un’impostazione che merita senza dubbio un plauso, arrivando a nascondere talune ingenuità che in futuro dovranno essere necessariamente limate.